Bereits zur Römerzeit soll im Bergwerk Rabelj Erz abgebaut worden sein. Der deutsche Kaiser soll den Einwohnern von Tarvis im Jahr 1320 die Schürfrechte zum Erzabbau übergeben haben. Die erste heute bekannte Urkunde stammt aus dem Jahr 1456 und besagt, dass der Landherr, der Bamberger Bischof, den Menschen aus Tarvis und Bovec erlaubt, das Erz „auszunutzen“. Zu dieser Zeit war Oswald Raibel Teileigentümer der Ländereien, daher bekam die Ortschaft den Namen Raibelj. Unter der Herrschaft von Maria Theresia fiel das Bergwerk dem Staat als Eigentum zu. Man begann in zwei getrennten Schächten auch den Untertagebau. Abgebaut wurden Blei und Zink. Das größte Hindernis beim Abbau war das Grubenwasser. Deswegen war die Bergwerksverwaltung gezwungen gewesen, vor Ende des 19. Jahrhunderts einen Plan zum Bau eines Stollens auszuarbeiten, der das Wasser in das Tal von Log ableiten sollte.
Im Jahr 1901 wurde dann zwischen Rabelj (heute Cave del Predil) und dem Ort Log pod Mangartom mit dem Bau eines Stollens begonnen, um einerseits das Wasser abzuleiten und andererseits auch die Bergmänner von Log in das Bergwerk in Rabelj zu bringen. Der Stollen wurde 1909 feierlich eröffnet und erhielt den Namen „Kaiser Franz – Josef I. Hilfsstollen“. Fast ein Drittel der Bergleute im Bergwerk in Rabelj waren aus den Orten Log und Bovec und mussten täglich mit einer Eisenbahn durch den Stollen zur Arbeit befördert werden.
Im ersten Weltkrieg war bis zum Jahr 1916, bis eine Straße über den Vrsic gebaut wurde, die Versorgung der Frontlinie bei Bovec nur durch den Bergwerkstunnel (den Stollen) möglich. Der Verkehr im Tunnel wickelte sich bis zu 16 Stunden täglich ab. Frische Einheiten kamen an die Front und in die entgegengesetzte Richtung verlief der Transport der Verwundeten. In zwei Jahren fuhren mehr als 33.000 Züge durch den Tunnel und beförderten fast 450.000 Soldaten und ca. 240.000 Tonnen Material.
Nach dem ersten Weltkrieg erhielt Rabelj (Raibl) den Namen Cave del Predil und die Bergmänner durften weiterhin durch den Stollen zur Arbeit kommen.
Nach dem zweiten Weltkrieg und der Angliederung des Ortes Log an Jugoslawien im Jahr 1947 wurde in der Mitte im Tunnel ein Grenzzeichen mit der Aufschrift „RI“ für Republik Italien und „RJ“ für Republik Jugoslawien angebracht.
In Log pod Mangartom ist heute das sehr schön restaurierte Tunnelportal, der Eingang zum Stollen, zu besichtigen. Ebenfalls dort ist eine sehr informative Ausstellung auf großen Schautafeln angeboten.
Già ai tempi dei Romani si narrava dell’attività estrattiva nella miniera di Cave del Predil. Nel 1320 l’imperatore tedesco avrebbe ceduto agli abitanti di Tarvisio i diritti di estrazione dei minerali. Il primo atto noto ad oggi, risalente al 1456, dichiara che il governatore, vescovo di Bamberg, avrebbe consentito agli abitanti di Tarvisio di “sfruttare” il minerale metallifero. Poiché ai tempi il territorio era in parte di proprietà di Oswald Raibel, la località fu denominata Raibelj. Sotto il dominio di Maria Teresa la miniera divenne di proprietà dello Stato. Si iniziò ad estrarre piombo e zinco anche sottoterra, in due pozzi separati. Durante l’estrazione il maggior impedimento era costituito dall’acqua che si accumulava nella miniera. Per tale motivo, prima della fine del XIX secolo, l’amministrazione si vide costretta ad elaborare un piano per la costruzione di una galleria che deviasse l’acqua nella valle di Log.
Nel 1901 si partì con i lavori di costruzione di una galleria fra Rabelj (oggi Cave del Predil) e la località di Log pod Mangartom, per deviare l’acqua ma anche per condurre i minatori da Log alla miniera di Rabelj. La galleria fu inaugurata in pompa magna nel 1909 e fu denominata “Kaiser Franz Josef I. Hilfsstollen”. Quasi un terzo della forza lavoro della miniera di Rabelj proveniva dalle località di Log e Bovec e doveva essere trasportato giornalmente al lavoro attraverso la galleria per mezzo di un treno.
Nella Prima Guerra Mondiale fino al 1916, anno in cui fu costruita una strada sul Vršič, l’approvvigionamento del fronte nei pressi di Bovec era fattibile soltanto attraverso la galleria della miniera. La circolazione in galleria avveniva giornalmente anche per 16 ore: giungevano al fronte nuove unità, mentre in direzione contraria venivano trasportati i feriti. Nell’arco di due anni oltre 33.000 treni attraversarono la galleria, trasportando quasi 450.000 soldati e circa 240.000 tonnellate di materiale.
Dopo la Prima Guerra Mondiale Rabelj (Raibl) fu ridenominata Cave del Predil, e i minatori poterono continuare ad attraversare la galleria per giungere al lavoro.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale e l’annessione della località di Log alla Jugoslavia nel 1947, fu posto al centro della galleria un segno di confine con la scritta “RI” per Repubblica d’Italia e “RJ” per Repubblica di Jugoslavia.
Oggi a Log pod Mangartom si può ammirare il portale dell’ingresso della galleria, perfettamente restaurato, dove sono esposti anche dei cartelloni informativi.
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